Sacro Monte di Varallo

Diocesi di Novara ( sec. XVI; XVII )

Il grandioso complesso monumentale del Sacro Monte di Varallo è situato in Valsesia e fu fondato su un terrazzamento naturale del Monte Tre Croci per volontà del frate Bernardino Caimi

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Musei della Canonica del Duomo di Novara

Diocesi di Novara

I Musei della Canonica del Duomo di Novara sono allestiti nelle maniche est, nord e ovest del Quadriportico medievale della Canonica del Duomo. Nei Musei sono conservati manufatti e documenti che, a partire dal sec. V, arrivano sino al sec. XX.

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Chiesa di Maria Vergine Assunta

Diocesi di Novara ( sec. XVI; XVI; XVIII )

Il monumentale edificio sorge a sud dell’abitato,costruito su una cappella cimiteriale dell’XI secolo. All'interno opere di Sperindio Cagnoli, Tanzio da Varallo. Di notevole interesse lo Scuoro di S. Alessandro opera di Alessandro Antonelli.

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Chiesa di San Giovanni al Monte

Diocesi di Novara ( sec. IV; V; VI )

La chiesa di San Giovanni è uno dei più importanti monumenti della Valsesia dove arte, fede e storia si fondono

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Santuario di San Chiaffredo

Diocesi di Saluzzo ( sec. XIV )

Le origini della devozione saluzzese per san Chiaffredo, martire della Legione Tebea, risalirebbero al 18 novembre dell’anno 522, con il ritrovamento, da parte di un contadino, della sua tomba, proprio nel luogo in cui oggi sorge il celebre Santuario.

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Chiesa di San Martino

Diocesi di Novara ( sec. XIV; XV; XVI )

La Chiesa di San Martino, antica Abbazia di Santa Maria delle Grazie, è la chiesa Parrocchiale. Edificio ricco di arte e storia dal XV al XVII secolo.

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Museo d'Arte Religiosa Padre Mozzetti

Diocesi di Novara

Il museo ha sede nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo apostoli, realizzata nel 1858 su progetto di Alessandro Antonelli. Esso esiste dal 1970 e venne istituito da padre Augusto Mozzetti.

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ex Convento di San Francesco (Certosa 1515)

Diocesi di Susa ( sec. XVI )

Nella chiesa conventuale dell'ex Convento di San Francesco (oggi Certosa 1515) si conservano tracce dell’originaria decorazione ad affresco cinquecentesca.

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Chiesa di San Gaudenzio

Diocesi di Novara ( sec. XIV; XV; XVI )

La chiesa parrocchiale di Baceno è monumento nazionale. L'attuale edificio, è frutto di un interessante sovrapporsi di ampliamenti di epoche diverse. La prima testimonianza della chiesa è in un documento del primi anni dell'XI sec.

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Chiesa Collegiata di Sant'Ambrogio

Diocesi di Novara ( sec. XIV; XVII; XVIII )

La ”Collegiata”di Omegna, dedicata a Sant’Ambrogio, risale al 960 d. C, è un’ intreccio di stili diversi: l’ edificio che reca un’ impronta romanica venne poi restaurato nel 1470-1480, successivamente in età barocca.

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Chiesa di San Gaudenzio in Crusinallo

Diocesi di Novara ( sec. XIV; XV; XVII )

La chiesa parrocchiale, dedicata a san Gaudenzio, risale al X secolo. Secondo la leggenda, sarebbe stata costruita sul luogo dove san Giulio issò una croce nell'alto della collinetta.

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Chiesa di San Giulio

Diocesi di Novara ( sec. XIII; XIV; XVI )

Di architettura romano-gotica, nel 1271 esisteva già da tempo. Ampliata, addirittura ricostruita dal 1516 al 1523. Resa autonoma dalla matrice di Crodo nel 1564. Imponente, spaziosa, invitante nelle sue 3 vaste navate.

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Renaissance

The subalpine Renaissance was a tardy development in the 1500s, which faded out in the century that followed, when Late Mannerist forms were still present in the art of the Castellamontes and their Lugano associates. The Piedmontese were fond of the Gothic style, decorative sculpture and the brilliant painting of Jaquerio. The Staffarda choir (most of which is now in Turin’s Municipal Museum) reveals the shift from sublime Late-Gothic carving to the first precarious attempts at perspective. The extraordinary exception is Turin Cathedral, an opus imported from Tuscany thanks to a Settignano master, which features the typical double-order aedicule façade with side volutes also found in Rome’s Sant’Agostino and Santa Maria del Popolo. The same can be said of Santa Croce in Boscomarengo, while Saluzzo, Saliceto and Revello are more closely bound to the local area, where the atypical Leonardesque Hans Clemer worked. The Flemish artist was greater even than Gandolfino di Roreto and comparable to Macrino d’Alba, the most central Italian in style of his Piedmontese colleagues.

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