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Chiesa di san Bernardo

Diocesi di Vercelli ( sec. XII; XIX )

Via Laviny, 13100, Vercelli, VC

San Bernardo era una piccola chiesa di Vercelli, già parrocchia nel 1164, il cui priorato dipendeva dai canonici del Gran Sanbernardo. Era inclusa nell’ambito della città storica, come testimonia un documento del 1164, che ne ricorda il “presbiter”, ma non si specifica in quale sobborgo fosse.
Con ogni probabilità la chiesa si trovava all’interno delle mura cittadine, poiché tutte le chiese parrocchiali poste fuori della cerchia antica riportano il nome del sobborgo in cui si trovano, mentre non compare alcuna specificazione per la chiesa di san Bernardo.
Orsenigo riporta che venne istituita la parrocchia, nella chiesa omonima esistente, nel 1164. Se ne trova traccia anche negli scritti del vescovo Uguccione. In particolare, la parrocchia viene menzionata nell’atto del 18 marzo 1169, con il quale veniva determinato il perimetro della vicina Sant’Andrea. Inoltre, in una pergamena datata 6 agosto 1291, si attesta che Aimone, priore di San Bernardo concesse due case in affitto a Ugone, ministro dell’ospedale di Sant’Andrea.
La chiesa e parrocchia di san Bernardo furono amministrate dai Regolari di San Bernardo da Mentone dalla fondazione fino al 13 luglio 1522, quando avvenne il passaggio all’Ordine degli Agostiniani, che vi rimase fino al 18 settembre 1803, anno delle soppressioni napoleoniche.
La chiesa subì gravi danni a causa dell’occupazione delle truppe militari. Successivamente, a partire dal 1877, la chiesa venne ridisegnata da Giuseppe Locarni. I lavori di ampliamento cominciarono nel 1884 e terminarono nel 1896. Nello stesso anno dell’ultimazione dei lavori, la chiesa venne ufficialmente riaperta ai fedeli.
Nel testo “Vecchia Vercelli”, Chicco e Faccio riportano che la chiesa di san Bernardo è l’unica superstite delle numerose chiese romaniche della città di Vercelli. Infatti, tutte le chiese anteriori alla fine del XII secolo sono oggi ricostruite o rimaneggiate, parzialmente o in parte. Solo la chiesa di san Bernardo ha conservato, quasi immutate, le pure linee costruttive della grande arte romanica, con i suoi archi a tutto sesto, le navate laterali, le volte a crociera, i pilastri cruciformi ed i capitelli istoriati con mostri e fogliami.
Nel corso degli anni ’20 del Novecento la chiesa venne restaurata, restituendo alla facciata le linee originarie, mentre non fu possibile effettuare analogo lungo il fianco poiché in precedenza venne modificato per l’aggiunta delle cappelle.

BIBLIOGRAFIA

CHICCO, Giuseppe; FACCIO, Giulio Cesare; VOLA, Francesco. Vecchia Vercelli, 2 voll., Vercelli 1980.
ORSENIGO, Riccardo. Vercelli Sacra, Vercelli 1909.

Il 19 maggio 1630 la comunità parrocchiale di san Bernardo fece voto alla Madonna per essere liberata dalla peste. In seguito alla protezione accordata, la cappella della Madonna degli Infermi divenne meta di devozione e venne arricchita e abbellita.
Nel 1835 il colera, propagatosi in Piemonte, non colpì Vercelli e i devoti aumentarono.
Per poter accogliere i fedeli ed i pellegrini, nel 1836-37 la chiesa venne ampliata, anche in adempimento del voto del 1630. Il progetto venne redatto da Carlo Emanuele Arborio Mella. I lavori durarono due anni e occuparono una parte del giardino retrostante l’abside. Durante l’intervento venne abbattuta l’abside, distruggendo il cupolino che la sormontava. Inoltre venne costruito il coro e venne portata a termine l’attuale cappella della Madonna degli Infermi.
Nel 1884 una nuova epidemia risparmiò la città di Vercelli e la devozione alla Madonna degli Infermi divenne sempre più diffusa. La chiesa ormai era conosciuta con il nome di “santuario della Madonna degli Infermi”.

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Lun-Dom 08:00 - 11:45 16:00 - 18:00

The building may be visited at the times indicated unless a religious function is in progress

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Sab 17:00
Dom 09:00 11:00 21:00

La messa delle 21:00 è sospesa in occasione delle sollenità

Info

cathedral
Cattedrale di Vercelli
diocese
Vercelli
type of building
Santuari
address
Via Laviny, 13100, Vercelli, VC
tel
0161 254567
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www.arcidiocesi.vc.it

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