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Chiesa di Sant'Agata (PONTESTURA)

Diocesi di Casale Monferrato ( sec. XII; XVI; XX )

Corso Roma, 15027, Pontestura (AL)

La chiesa di Sant’Agata di Pontestura ha origini molto antiche: le prime attestazioni risalgono al XII-XIII secolo e testimoniano la dipendenza di questo edificio dai canonici di Santa Croce di Mortara almeno fino al 1449. A partire dal XVI secolo ai Mortariensi subentrarono i canonici regolari lateranensi del Santuario di Crea a cui spettò la nomina del parroco e la conservazione dell’edificio fino al 1798, anno della soppressione dell’abbazia. Tra le opere, ancora oggi visibili e direttamente legata ai padri di Crea, si cita la suggestiva ancona dell'"Immacolata Concezione" (in fondo alla navata destra) costituita da una nicchia nella quale si trova collocata una pregevole statua del XVII secolo della Madonna immacolata, mentre intorno ad essa è collocata una cornice lignea dipinta con simboli mariani.

L’interno presenta una ricca e omogenea decorazione con volte e colonne dipinte a finto marmo venato di chiaro, mentre gli arconi di separazione tra le navate sono decorati con motivi floreali. Le opere d’arte oggi visibili raccontano la lunga storia dell’edificio e dell’intenso intreccio di committenze susseguitesi nel corso del tempo. Partendo dalle più antiche si citano le tre tele attribuite a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo ovvero il San Giovanni Evangelista, posto nel presbiterio e originariamente collocato nella seconda cappella a sinistra e la Natività con i Santi Stefano e Giacomo. Quest’ultima opera, commissionata dai fratelli Leoni è databile qualche anno prima del 1619, quando la visita pastorale di Monsignor Scipione Pascale testimonia la presenza di una «bella ancona nova sopra la quale vi è dipinta la Madonna Santissima, San Giuseppe et santo Stefano». La presenza dei santi Giacomo e Stefano, solitamente non rappresentati insieme alla Sacra Famiglia, sarebbe giustificata dall’antica titolazione di questo altare a Santo Stefano e dalla presenza nelle vicinanze del sepolcro della Confraternita di San Giacomo. In fondo alla navata sinistra si trova, invece, la terza tela attribuita al Moncalvo raffigurante la Madonna del Rosario incorniciata in una raffinata cornice lignea nella quale sono rappresentati i misteri del Rosario. A testimoniare il prestigio della committenza e degli artisti coinvolti nell’arredo delle cappelle si cita la presenza di Pier Francesco Guala, autore di una bella tela raffigurante la Madonna con il Bambino e sette Vergini (ovvero le Sante Liberata, Prisca, Brigida, Dorotea, Scolastica, Fosca, Prudenziana, Petronilla e Carina) e si trovava collocato nell’ultimo altare di sinistra dove fu citato per la prima volta da Monsignor Caravadossi nel 1731 come «pittura nuova». La chiesa possiede anche un’altra opera realizzata da Guala e raffigurante Il Martirio di San Bartolomeo commissionata dal Comune di Pontestura per l’omonimo altare posto nella chiesa di San Giacomo del quale aveva il patronato. All’oratorio di San Giacomo, per altro, apparteneva anche la Madonna col Bambino, i SS. Giacomo e Agata nella quale si scorgono, inginocchiati e vestiti con cappa nera, i confratelli della compagnia della Buona morte che aveva anticamente sede proprio nella chiesa di San Giacomo.
Proveniente dall’antico monastero di Lucedio (VC), proviene, invece, il basamento lapideo della mensa rivolta verso il popolo. Originariamente utilizzata come fonte battesimale a immersione, la vasca presenta sui quattro lati simboli e iscrizioni cristiani come l’uomo che regge un candelabro, un tridente (o bastone fiorito), un serpente, un pesce e un cervo. Nella parte posteriore si trova una ruota a cinque raggi e una iscrizione con caratteri in uso nel Trecento: «XIIII mo / (naster)io Lo[...]ii / Frater Hen / ricus de Pa /| pia fecit / fieri vere».

La principale devozione tramandata nel corso dei secoli nella chiesa parrocchiale di Pontestura è quella legata a Sant’Agata che risulta essere patrona della chiesa già nei documenti più antichi.
Della Santa vergine e martire, si conserva una reliquia la entro un raffinato busto ligneo di autore ancora ignoto. La reliquia giunse a Pontestura nel 1715 dopo essere stata donata dal vicario generale della Diocesi di Catania, città nella quale Agata trovò il martirio, a Padre Fra Benedetto di Sant’Agata dell’ordine degli eremitani scalzi. Quest’ultimo la donò a Giovanni Rizzini, prevosto della collegiata catanese che a sua volta ne fece dono al marchese Francesco Mossi di Casale, cavaliere inviato nel Regno delle Due Sicilie a servizio di Sua Maestà. Mossi, rientrato in Monferrato, affidò la santa reliquia alla comunità di Pontestura che subito commissionò il busto reliquiario per offrire ad essa degna collocazione. I documenti del XVIII secolo testimoniano, inoltre, l’usanza, in occasione della festa patronale che ricorreva ogni anno il 5 febbraio, di distribuire alla popolazione dei panini, la cui forma ricordava il martirio della patrona alla quale furono amputate le mammelle.

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I canonici di Crea a Pontestura

La chiesa parrocchiale di Pontestura risulta essere da sempre connessa con i collegi canonicali: anticamente su sotto la giurisdizione dei Canonici di Santa Croce di Mortara per poi passare di pertinenza dei Canonici Regolari Lateranensi di Crea.

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Casale Monferrato
type d'édifices
Chiese e comunità parrocchiali
adresse
Corso Roma, 15027, Pontestura (AL)
email
apea.pontestura@gmail.com
web
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