Chiese a porte aperte Share Tweet il mio itinerario ?
Cappella Santo Stefano
Diocesi di Mondovì ( sec. XII; XV )
Via Santo Stefano, 12040 Morozzo, Cuneo
Uscendo da Morozzo, in direzione di Cuneo, sulla sinistra, la cappella è collocata un po' scostata dalla strada e immersa tra gli alberi.
La costruzione ha pianta quadrangolare, costituita da una sola navata che termina nell’abside. Nel 1925 si è aggiunto il pronao che allunga l'edificio e ne de¬finisce l'attuale facciata. Non ha campanile.
Le parti più antiche risultano essere l'abside e l'arco trionfale a doppia ghie¬ra.
L'abside della cappella è affrescata con dipinti del sec. XV, di autore ignoto, che ricoprono, in due fasce, una superficie di circa quindici metri quadrati; tra il 2014- 2015 si è svolto un intervento di restauro seguito dall’arch. Fulcheri e dalla restauratrice Tibaldeschi.
Nella fascia superiore dell'abside in sei affreschi è narrata l'infanzia di Stefano, secondo un'ingenua iconografia popolare: i genitori di Stefano, dopo la nascita del figlioletto suscitano l'invi¬dia di un diavolo che rapisce l'infante e lo sostituisce con un piccolo demone; Stefano viene abbandonato e raccolto da un anziano, forse un monaco, che si prende cura di lui per alcuni anni, ormai cresciuto Stefano incontra i genitori e da loro si fa riconoscere mo¬strando le fasce in cui era avvolto quando era stato rapito; la gioia del reciproco ritrovamento è grande per tutti, e grande è lo scorno del diavolo che si affretta a fuggire attraverso il camino; la storia si conclude con Stefano che, spalleggiato da una piccola folla, pu¬nisce il diavolo in modo esemplare, costringendolo a rimettere tutto il latte sot¬tratto alla madre.
Si suppone che la parte inferiore potesse descrivere episodi della vita adulta del santo, ma alcuni affreschi sono deteriorati da risultare indecifrabili e ad altri sono stati sovrapposti lavori successivi, sulla sinistra la scena del martirio in cui compaiono figure con abiti seicenteschi; al centro la Madonna incoronata con Gesù bambino tra i santi Stefano e Agostino; sulla destra appare isolato un dolcissimo volto di Madonna con Bambino e i santi Stefano e Sebastiano, che, ad un attento esame, non pare coevo al ciclo della vita del santo.
Stefano è conosciuto nella descrizione che ne fanno gli Atti degli Apostoli, nei capitoli 6 e 7, come “uomo pieno di Spirito e sapienza”, era uno dei sette diaconi scelti per il servizio e l’assistenza ai credenti di lingua greca. Accusato di blasfemia, fu interrogato, processato e condannato alla lapidazione. Presente all’esecuzione, come annota l’evangelista Luca, troviamo anche il giovane Saulo.
Secondo la devozione popolare del paese, dove era molto venerato, Santo Stefano “guarisce”, in pratica svolge una funzione miracolosa e protettiva.
Nella sacrestia della chiesa parrocchiale di Morozzo si conserva una grossa chiave di ferro, dalla forma molto particolare: è la chiave di Santo Stefano, che in passato era oggetto di grande venerazione, perché le erano attribuiti poteri tau¬maturgici.
I massari che tenevano in consegna la "preziosa" reliquia, quando un animale, o una persona venivano morsicati da un cane affetto da rabbia, la scaldavano e la applicavano sullo sventurato; se nelle stalle una malattia, o un'epidemia colpiva il bestiame, la chiave veniva portata sul luogo per facilitare e favorire la guarigione.
Nella ripa, a sud della cappella, sgorgava una sorgente al¬le cui acque venivano attribuiti poteri benefici e la gente in passato veniva ad attingerla.
Nel 1952, durante i lavori di scavo per la realizzazione delle vasche di uno stabilimento ittico, ap¬parve una fontana. È probabile che questa fonte sia la stessa menzionata già dal Nallino e situata nel luogo denominato la "Peschera”, trovandosi lontano dall’abitato, si presume, conferma la devozione legata al Santo.
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