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Chiesa di San Michele Arcangelo

Diocesi di Mondovì ( sec. XVIII )

Piazza Vittorio Emanuele II, 12060, Clavesana, Cuneo

Abbandonati i precedenti edifici utilizzati per la liturgia, i lavori per la nuova chiesa iniziarono nel 1765, su progetto dell’architetto Abate Francesco Trona, anche se per lungo tempo fu attribuita all’arch. Francesco Gallo, e fu consacrata il 10 agosto 1773.
Nella facciata in laterizio, si sovrappongono la parte inferiore più larga e quella superiore più stretta che sopravanza le due parti laterali basse. In questo caso le coppie di paraste con lesene degli ordini sovrapposti ai lati del portale e del finestrone, sporgono insieme in avanti quasi componendo un contrafforte che sale in alto a spezzare il frontone. Sulla destra svetta il campanile intonacato.
L’interno si presenta a sala rettangolare con abside cilindrica e con volta a botte e lunette e sul quadrato centrale si apre un grande catino librato su pennacchi sferici.
Sui lati, innestano due cappelloni larghi e alti come la sala, ma poco profondi, affiancati da due cappelle i cui arconi di copertura sono invece contenuti nell’ordine architettonico; partendo da sinistra, la cappella di Santa Elisabetta, regina d’Ungheria; segue il cappellone di Santa Caterina d’Alessandria con cripta sepolcrale, legata ai Marchesi Asinari di Bernezzo; l’ultima cappella ha l’altare in marmi policromi con una tela di autore ignoto, la Madonna col Bambino tra Santi domenicani, al di sotto cripta con tombe per il clero.
Sulla destra nella cappella una bella statua di Madonna col Bambino; nel cappellone l’altare della Strage degli Innocenti; cappella con l’altare in marmi policromi e una tela di autore ignoto con Madonna col Bambino e anime del purgatorio.
Nell’abside l’imponente altare maggiore, opera dei genovesi Giuseppe De Prevosti e Pietro Francesco Gaggini, proviene dalla vecchia parrocchiale cinquecentesca e appare forgiato sul gusto ligure: grande ma più minuto di forme e di particolari, con marmi colorati in cornici chiare a comporre gradini, mensa, alzata e la stessa balaustra; sul coro l’imponente cornice dell’icona dedicatoria con la tela di San Michele Arcangelo.
La sacrestia posta tra l’abside e il campanile, ha una volta barocca originale e leggiadra con quattro catini rotondi agli angoli e un campo quadrato al centro; molto ampia con due ingressi e un bel lavabo in marmo.

Il cappellone della Strage degli innocenti fu certamente dedicato a i bambini uccisi da Erode, abbellito con la grande tela e fu prediposta l’edicola sull’altare per conservare la reliquia dei Santi Innocenti, che dal seicento fino al settecento fu molto venerata e permise di ottenere molte guarigioni.
Già nella metà del 1600 esisteva una teca in argento a forma di braccio donata da Luigi e Giulia Vegnaben, marchesi di Clavesana; a inizio settecento la teca fu rifatta e abbellita da un discendente e in tutto quel periodo fu oggetto di venerazione per implorare la guarigione del male “dell’osso”.
Nel 1728 il Vescovo di Alba, mons. Carlo Francesco Vasco, rilasciò l’autorizzazione come risulta dall’archivio parrocchiale e venne redatta la testimonianza di Giovanni Battista Remiggi Alvernia Saluzzo e raccontò che secondo la tradizione di famiglia la reliquia era stata donata dal Papa a Corrado Saluzzo che aveva partecipato alla crociata per liberare Gerusalemme, in seguito donata ai parroci di Clavesana, l’autentica era andata persa a causa della caduta della torre del castello sulla antica chiesa.
Il culto della reliquia aumentò e furono molte le persone, più forestiere che del posto, che giungevano a Clavesana a chiedere la guarigione, attirate dalla testimonianza di grazie ricevute.
Nel settecento si ebbero fasi alterne di devozione e col passare degli anni la devozione fu abbandonata e si persero le tracce della reliquia.

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Chiese e comunità parrocchiali
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Piazza Vittorio Emanuele II, 12060, Clavesana, Cuneo
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0173790487
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