L’antico monastero, situato in posizione panoramica a ridosso del margine ovest dell’altopiano alluvionale della Baraggia, nell’ XI secolo fu primitiva sede dell’importante istituzione monastica cluniacense. Il complesso architettonico è di grande interesse storico artistico e, nonostante i molti interventi e rimaneggiamenti, è ancora perfettamente riconoscibile nel suo impianto medioevale, in pieno stile romanico e secondo le regole cluniacensi. La facciata originaria è nascosta dal nartece, costruito tra il XII e il XIV secolo, è formato da sue settori orizzontali chiaramente distinguibili per epoca e fattura. La primitiva facciata è ancora in parte visibile all’interno del nartece, imponente è il portale d’ingresso che possedeva un timpano nel quale era affrescato il Cristo nell’atto di benedire. Verso la fine XVI secolo, con il compimento dell’attività monastica e il riuso del sito come chiesa parrocchiale dedicata ai santi Pietro e Paolo, comportarono una profonda trasformazione soprattutto dell’interno. La pianta è longitudinale, costituita da tre navate voltate (a crociera le laterali e botte la centrale), la cui principale si conclude con un’abside semicircolare (le altre due absidelle sono andate perdute), le navate sono divise da ampie arcate, su una scansione di pilastri rettangolari. All’interno di un piccolo vano posto al termine della navata destra e speculare al campanile, è contenuto un significativo affresco risalente al XIV secolo e raffigura sulla destra la “Trinità Eucaristica” mentre sulla sinistra l’immagine di S. Giacomo che richiama il pellegrinaggio a Santiago di Compostela.

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