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Chiesa del Corpus Domini

Diocesi di Torino ( sec. XVII )

Piazza Corpus Domini, Torino

La chiesa, costruita nell’area di più antica fondazione della città, è edificata a ricordo del miracolo che, il 6 giugno 1453, avvenne sulla piazza del grano. Quel giorno alcuni malviventi, dopo aver saccheggiato una chiesa di Exilles e rubato un reliquiario d'argento con all'interno un'Ostia consacrata, entrarono in Torino. Giunti nella piazza, il mulo si fermò improvvisamente, e il reliquiario con al suo interno l'Ostia salì al cielo; immediatamente accorse il vescovo Lodovico Romagnano che dopo aver benedetto l'ostia, la racchiuse in un calice d'argento. Il miracolo divenne subito cardine della devozione popolare e così, nel 1510, l'architetto Sanmicheli venne incaricato di costruire sul luogo una edicola votiva.
All'inizio del XVII secolo il primo architetto ducale Ascanio Vitozzi progettò una nuova arteria di collegamento tra la piazza del Castello e l'antico palazzo Civico. Tra i due poli fu costruita la piazza del Corpus Domini, sulla quale sorse la chiesa omonima.
Nel 1598, in seguito a una terribile pestilenza, le autorità comunali fecero voto di costruire una chiesa dedicata al miracolo al posto dell'esistente e insufficiente edicola.
La costruzione della nuova chiesa ebbe inizio nel 1603 su progetto di Ascanio Vitozzi; i lavori procedettero a rilento, a causa delle liti tra i due committenti: la Confraternita dello Spirito Santo e la Compagnia del SS. Sacramento (l'autorità Municipale), finchè nel 1662 la chiesa passò nelle mani della Città.
Nel 1667 Lanfranchi realizzò un nuovo altare maggiore e la facciata venne conclusa nel 1671, mentre il 6 giugno 1753, in occasione del trecentenario del miracolo, furono inaugurate le nuove decorazioni su progetto di Benedetto Alfieri.

La dedicazione al Corpus Domini è ribadita dall'apparato decorativo e iconografico, secondo un percorso pedagogico che ha inizio in facciata e si conclude nella zona presbiteriale: le statue racchiuse nelle quattro nicchie della facciata rappresentano diversi episodi del Vecchio Testamento nei quali il pane è considerato elemento salvifico. Così, come il vecchio Testamento è profezia dell'avvenimento messianico, la facciata della chiesa introduce il fedele al significato dello spazio sacro. La volta, affrescata nel 1853 da Luigi Vacca, rappresenta il miracolo attraverso tre episodi che trovano il loro culmine nella pala d'altare a opera di Bartolomeo Caravoglia.
Le due cappelle principali rappresentano la vita di San Giuseppe (quella di destra) e San Carlo e San Francesco di Sales (quella di sinistra) a opera di Agostino Cottolengo, fratello del santo. Nella cappella di destra troviamo inoltre l'immagine della veneranda Vergine delle Grazie, dono di Sebastiano Valfrè, e la statua di san Giuseppe Cottolengo.
Nella chiesa hanno vissuto e operato alcuni dei santi più importanti della città; il beato Sebastiano Valfrè, precettore di Vittorio Amedeo II, fu addetto alla chiesa dal 1653 al 1655.
Il Cottolengo è canonico del Corpus Domini, dove il 2 settembre 1827 riceve l'ispirazione per il suo futuro operato. In quel giorno infatti il santo assiste a un avvenimento che lo spingerà ad aiutare i poveri: come parroco del Corpus Domini è infatti chiamato al capezzale di una partoriente che nessun ospedale cittadino è disposto ad accogliere perché gravemente malata. La donna e il bambino appena nato muoiono subito dopo aver ricevuto l'estrema unzione. Il canonico commosso e impietosito si reca in chiesa e chiede alla Vergine di capire quale possa essere il modo migliore per aiutare i più poveri. In questo momento comprende quale dovrà essere il futuro del suo operato, cioè la dedizione ai malati attraverso la creazione di ospedali per i poveri.

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Torino
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Chiese e comunità parrocchiali
adresse
Piazza Corpus Domini, Torino
tél
011.4366025
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a.giraudo@diocesi.to.it

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