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Chiesa di San Sebastiano

Diocesi di Biella ( sec. XVI; XIX )

via Quintino Sella 59, 13900, Biella, (BI)

Notevole esempio di architettura rinascimentale, il complesso fu realizzato su committenza del nobile biellese Sebastiano Ferrero per ospitare i canonici Lateranensi.
Sebastiano Ferrero (1438-1519), esponente illustre di una delle famiglie di spicco della nobiltà locale, fu Chiavaro di Biella, Generale delle Finanze di Ludovico il Moro, ed ebbe rapporti di amicizia con papa Alessandro VI e con Giuliano della Rovere, futuro Giulio II. Nel ruolo di mecenate di S. Sebastiano egli fece conoscere a Biella le linee del rinascimento lombardo, che sono evidenti sia nella struttura architettonica che nell'apparato decorativo dell'edificio.
La chiesa fu iniziata nell'anno 1500 e ultimata quattro anni dopo sotto la direzione di "magistro Eusebio", identificato talvolta dalla critica con Eusebio Ferrari; la facciata antica fu sostituita nel 1885 da quella attuale disegnata da Andrea Bona di Vercelli.
L'interno della Basilica, con impianto a croce latina a tre navate, presenta una grande navata centrale con volta a botte sostenuta da eleganti pulvini in terracotta e riccamente decorata dal novarese Gerolamo de Tornielli intorno al 1519 con motivi a grottesca, entro i quali si inseriscono cartigli e tondi raffiguranti Santi e Beati dell'ordine lateranense; le due navate laterali hanno volte a crociera. Le volte del transetto presentano una delicata decorazione a monocromo attribuita, nel transetto sinistro, a Bernardino Lanino.
Nella 2^ cappella della navata destra le tavole con S. Bartolomeo e il beato Agostino De Fango sono attribuite a Boniforte Oldoni (1855 circa); nel transetto destro, si notano le sepolture di esponenti della famiglia Ferrero de La Marmora, fra cui la statua funebre (1877) scolpita da Odoardo Tabacchi per la tomba di Giovanna Berthie Mathew, moglie del generale Alfonso Lamarmora e il busto di Alfonso Lamarmora, di Vincenzo Vela.
Sull'altare in fondo alla navata destra si trova l'Assunzione del pittore vercellese Bernardino Lanino firmata e datata 1543, nella quale si nota inginocchiato sulla sinistra il donatore in abito lateranense; nella predella e nella cornice Storie della vita della Vergine, sempre del Lanino.
Accanto all'altare maggiore, sulla parete destra si nota una pala di Sebastiano Novelli raffigurante S. Agostino, S. Sebastiano, un Santo vescovo e il donatore e sulla sinistra un pentittico con la Vergine, il Bambino e i quattro Santi attribuito a Defendente Ferrari (ante 1505); entrambi i dipinti provengono con ogni probabilità da altra chiese della città.
L'elegante coro cinquecentesco in legno intarsiato, opera di Gerolamo de Mellis da Vespolate, conserva una serie di piccoli medaglioni di Limoges in smalto champlevè, della prima metà del XII secolo, incastonati nei dossali come elementi decorativi. Nell'abside sinistra sono ricoverate tre lunette raffiguranti S. Sebastiano, S. Pietro e S. Agostino, attribuite al Lanino, che un tempo sormontavano i tre portali di ingresso.
Di fronte è un affresco del '500 di Gaspare da Ponderano proveniente al castello di Massazza; accanto si notano le maestose ante d'organo che Raffaele Giovenone impreziosì dipingendovi nel 1579 l'Annunciazione.
Ritornando verso l'uscita lungo la navata sinistra, nella 1^ cappella, si osserva un grande affresco di scuola lombarda raffigurante la Crocifissione di Cristo fra i ladroni posta in primo piano, alle spalle della quale si riconoscono la Chiesa di S. Gerolamo e il Castello di Zumaglia.
Il chiostro, ultimato intorno al 1540, perse la propria funzione durante la dominazione napoleonica e fu adibito prima a caserma, poi a ospizio di carità e infine a scuola; nel 1986 il Comune di Biella iniziò i restauri e oggi ospita il Museo del Territorio.

Il Complesso di San Sebastiano venne realizzato nel XVI secolo, in seguito al trasferimento della Congregazione dei Lateranensi a Biella. A commissionare la costruzione del complesso fu Sebastiano Ferrero, generale delle finanze presso la corte dei Savoia. Il complesso venne realizzato in circa mezzo secolo, mentre la facciata rimase incompiuta fino al XIX secolo, anno in cui fu indetto un concorso.
La navata centrale è sorretta da esili colonne; quelle laterali ospitano immagini di gusto erudito classico: filosofi romani e dell´antichità, episodi mitologici o bucolici, figure di condottieri militari romani e greci, iscrizioni a scopo didattico e moralistico. La decorazione ad affresco è di notevole interesse artistico, poiché si ispira al motivo della grottesca, tipico del Rinascimento, che torna in auge dopo la riscoperta della Domus Aurea di Nerone ai Fori Imperiali di Roma, e presenta intarsi di foglie e figure umane stilizzate.
In una cappella della navata sinistra, si trova un affresco del XVI secolo, raffigurante la crocifissione con una rappresentazione della città di Biella sullo sfondo.
All'esterno dell’edificio sacro è possibile ammirare il campanile sormontato da una guglia ottagonale. Il campanile è alto 51 metri. Il monastero di San Sebastiano fu edificato adiacente alla Chiesa. La struttura si sviluppa su due piani, con un porticato che ha affaccio su un cortile, ornato di cotti cinquecenteschi. Il Monastero di San Sebastiano, dopo varie destinazioni d’uso,è oggi sede del Museo del Territorio, ed è un centro di cultura per conferenze e mostre d’arte.

Nel 1863, con la morte di Alberto La Marmora e la sua sepoltura a San Sebastiano, inizia una nuova stagione che consolida definitivamente l’immagine della chiesa di Biella come mausoleo di famiglia. Un ruolo importante in questa nuova fase spetta a Quintino Sella che, legato da amicizia ad Alberto La Marmora, nel 1863 si fa promotore, presso il comune di Biella, dell’istituzione di un comitato per la raccolta dei fondi necessari alla costruzione di un monumento funebre per l'amico. Sella si occupa in prima persona del progetto e, nel 1865, l’esecuzione del busto di Alberto La Marmora viene affidata allo scultore ticinese Vincenzo Vela. La scultura verrà collocata a San Sebastiano, dove Sella vorrebbe che fossero sepolte altre personalità di spicco della città, al fine di rendere la chiesa “una specie di piccolo Pantheon biellese”. In realtà, l’idea di Quintino Sella non decollerà ma la famiglia La Marmora continuerà a occuparsi della chiesa negli anni successivi con una serie di interventi di restauro.

La S. Messa è officiata dai frati francescani.

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Lun-Ven 07:00 - 12:00 15:00 - 18:00
Sab 07:00 - 12:00 15:00 - 19:00
Dom 08:00 - 13:00

Le site pourra être visité durant l'horaire indiqué sauf en cas de célébrations liturgiques

Lun-Sab 08:00 18:00
Dom 09:00 10:30 12:00

Infos

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Biella
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Chiese e comunità parrocchiali
adresse
via Quintino Sella 59, 13900, Biella, (BI)
tél
015 21703

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